Punti di vista

CORREVA L’ANNO 1980: IL TERREMOTO DELL’IRPINIA E LA SOLIDARIETA’ DEL POPOLO RUVESE

Le ore 19:34 del 23 novembre del 1980: un orario e una data che chi c’era non potrai mai dimenticare. In una domenica pomeriggio come tante altre, certamente connotata da un caldo anomalo per quella stagione, un sisma di magnitudo 6.9 della scala Mercalli, protrattosi per circa 90 interminabili secondi, rase al suolo interi paesi, provocando 2914 morti, 8848 feriti, 280 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte, isolando diversi paesi per giorni.

Un terremoto devastante, tra i peggiori della storia moderna, colpì la Campania e la Basilicata con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, tre piccoli comuni dell’Irpinia. La scossa, data la sua durata e intensità, fu avvertita, tra le altre, anche in Puglia. A Ruvo di Puglia, in particolare, ci fu un blackout elettrico e molta gente, spaventata, si riversò per strada.

Le proporzioni della catastrofe non si percepirono nell’immediato, la macchina dei soccorsi si mise in moto molto tardi e l’aiuto apportato risultò insufficiente, anche a seguito della vastità dell’area interessata.

Ciò che non mancò fu, sicuramente, la solidarietà della gente comune. In qualsiasi angolo della Puglia fiorirono iniziative, per cui divenne necessario mettere ordine e razionalizzare gli aiuti secondo quelli che erano i bisogni di chi aspettava soffrendo. E fu proprio da questa consapevolezza che la Gazzetta del Mezzogiorno propose di adoperare la formula del gemellaggio tra paesi, al fine di istituire un rapporto privilegiato tra due città, in grado di arginare la caotica dispersione di risorse.

Ruvo di Puglia accettò immediatamente la proposta. L’Amministrazione Comunale, d’intesa con il comitato pro-terremotati, decise ben presto di istituire un rapporto di gemellaggio con il comune di Ruvo del Monte che, pur non contando vittime, rimase seriamente danneggiato dal sisma. La maggior parte della popolazione di questa città era dedita all’agricoltura e alla pastorizia, pertanto, il Comune di Ruvo di Puglia, in occasione del Natale, decise di donare al paese gemellato un’autovettura “Campagnola” Fiat-Diesel che permettesse di collegare il centro dell’abitato con le masserie.

Ma la solidarietà dei ruvesi non terminò certo con la donazione dell’anzidetta autovettura. Diverse furono le iniziative sportive e culturali promosse in quei mesi per incassare danaro da devolvere alle zone terremotare, molti furono i camion che partirono da Ruvo di Puglia per Ruvo del Monte carichi di vestiario, tende, medicinali e generi di prima necessità. In una gara di solidarietà che coinvolse tutti, dagli studenti del Liceo Scientifico agli ascoltatori delle radio locali, dalle comunità parrocchiali alle scuole e agli anti privati, fu organizzata anche una raccolta di giocattoli da donare ai bambini delle zone colpite dal terremoto in occasione delle festività natalizie.

Nell’estate dell’anno successivo, una delegazione guidata dal Sindaco, Prof. Domenico Mastrorilli, si recò in visita presso il paese gemellato. Nell’occasione  fu offerto un cospicuo contributo economico, frutto di sottoscrizione cittadina, per un concreto aiuto alle cooperative agricole.

Una grande prova di generosità e solidarietà del popolo ruvese, e più in generale di quello pugliese, che rispose in maniera unanime e accorata alla tragedia immane che colpì la Basilicata e la Campania.

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