Attualità

BAMBINI MAI NATI, PUGLIA PRIMA IN CLASSIFICA: IL FALLIMENTO ETICO E DEMOGRAFICO DELLA GIUNTA EMILIANO

Nota del Popolo della Famiglia.
Apprendiamo con stupore, da un articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno dal titolo “PIANETA DONNE – LA BUONA SANITA’, che in Puglia abbiamo due strutture sanitarie “eccellenti” nel risolvere i problemi delle donne in gravidanza, tramite l’aborto.
Noi del Popolo della Famiglia l’abbiamo sempre detto che l’aborto è un omicidio legalizzato, e molti operatori sanitari raggirano la legge 194/78, trovando non la soluzione a fare partorire la donna in gravidanza bensì a farla abortire.
L’articolo continua menzionando anche il numero dei bambini mai nati pari circa 800. Immaginiamo che se fossero in vita garantirebbero per gli anni a venire un intero complesso scolastico di grandi dimensioni. In base a questo articolo, pubblicato sulla GM, non passa inosservato che l’indirizzo politico della Regione Puglia ha centrato l’obiettivo; infatti la nostra Regione è stata governata da ben vent’anni da governi di matrice di sinistra prima con Vendola e poi con Emiliano, i quali considerano l’aborto una vittoria sociale e civile di guisa da stravolgere la norma 194/78 da assistenza alla gravidanza ad un diritto della donna a sopprimere un bambino in vita, godendo dell’immunità penale.
Come Popolo della Famiglia non possiamo tacere di fronte ad un articolo che invece di incentivare la vita propaga la morte di stato, e denunciamo:
– Mentre l’Italia sprofonda nella crisi demografica e la Puglia si svuota, la Regione detiene un triste primato che grida vendetta: è tra le aree con il tasso di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) più elevato d’Italia.”
– Solo nel 2022, la Puglia ha registrato oltre 5.300 interventi di IVG, segnando un preoccupante aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente (Dato Ministero della Salute/Istat), un’inversione di tendenza rispetto al calo storico. A questi si aggiunge la stima dei 800 bambini mai nati nel solo 2024, di cui si parla. Ogni IVG è un figlio non accolto, un cittadino perduto e un futuro negato alla nostra terra…
Di fronte a questa emorragia di vite e di futuro, la Giunta di centro-sinistra, pur abile nel puntare il dito contro il Governo centrale per la denatalità, dimostra un totale fallimento sul fronte etico e sociale. Un fallimento che non è solo politico, ma culturale, dove la vita e la famiglia sono relegate all’ultimo posto.”
Emerge quanto su questo la Giunta abbia delle responsabilità dirette (sanità e politiche sociali regionali).
È noto che la Puglia è una delle regioni con la più alta percentuale di ginecologi obiettori di coscienza (circa l’80,6%). Questo dato dovrebbe, teoricamente, rendere l’accesso all’IVG più difficile. Eppure, il ricorso all’aborto resta altissimo. Perché?
La risposta è chiara: la Regione Puglia ha disatteso l’Articolo 5 della Legge 194, che impone agli enti di prevenire l’aborto attraverso misure di sostegno alla maternità. I Consultori Familiari, che dovrebbero essere il baluardo di aiuto, sono stati svuotati di risorse e di finalità etiche, trasformandosi in meri erogatori di servizi, incapaci di offrire alle donne e alle coppie in difficoltà un’alternativa concreta e un supporto economico, psicologico e abitativo per accogliere il bambino.”
Non basta garantire il ‘diritto’ all’IVG; è un imperativo etico garantire il diritto di NASCERE. La Regione ha il dovere di trasformare l’ostacolo economico o sociale che porta all’aborto in una possibilità di vita. Questo non è avvenuto e non avviene.
Invece di stanziare un Reddito di Maternità regionale per i primi anni di vita del bambino, o di lanciare un Piano Straordinario per gli Asili Nido che consenta alle giovani coppie di conciliare vita e lavoro, o ancora, di finanziare i Centri di Aiuto alla Vita (CAV) che combattono in prima linea l’aborto, la Giunta di centro-sinistra preferisce finanziare progetti inutili e spesso ideologici.
Si dirottano risorse economiche per campagne e iniziative che non fanno altro che promuovere una visione individualistica della persona e anti-familiare della società, togliendo risorse concrete a chi vorrebbe mettere su famiglia, ma non può per ragioni economiche e strutturali.
Si chiedono nascite, ma si nega ogni forma di sostegno reale: niente aiuti per l’acquisto della prima casa, zero incentivi per le giovani coppie, e un tessuto sociale che non supporta la madre lavoratrice. È una condanna implicita alla denatalità, mascherata da politiche progressiste.
Come Popolo della Famiglia chiediamo alla Giunta Regionale non solo di smettere di scaricare le colpe al Governo Centrale, ma di compiere una scelta di campo coraggiosa e morale: investire massicciamente nel futuro demografico della Puglia, onorando la dignità della vita fin dal concepimento.
Ci aspettiamo un cambio immediato di priorità: potenziamento economico dei Consultori nella loro funzione di sostegno alla maternità, finanziamento diretto per ogni neonato e un piano di defiscalizzazione per le famiglie numerose. La vita non è un costo, è l’investimento più grande che una Regione possa fare.
La Puglia non può permettersi di continuare a primeggiare nella statistica della vita negata. È ora che la politica regionale si allinei ai valori etici e cattolici della nostra cultura, scegliendo risolutamente la Vita, la Maternità e la Famiglia.
Si coglie l’occasione di porgere un invito ai candidati aspiranti alla carica di  Presidente  del consiglio regionale della Regione Puglia: promuovete politiche a favore della vita in particolare ad assistere le famiglie incentivando con un supporto non solo economico ma anche psicologico e morale., tenendo a mente che l’aborto – bambino mai nato – costituisce un vergogna ma anche un costo sociale, mentre la nascita di un bambino contribuisce alla ricchezza del paese.
UFFICIO STAMPA POPOLO DELLA FAMIGLIA

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