Archiviato il procedimento penale sulla morte di un operaio: nessuna responsabilità per i coniugi indagati
Nota a cura di Salvatore Vernice.
Si è concluso con un decreto di archiviazione il procedimento penale che vedeva indagati due coniugi di Ruvo di Puglia, accusati della morte dell’operaio 71enne. L’uomo perse la vita nel luglio 2023 dopo una tragica caduta da una scala durante piccoli lavori di tinteggiatura domestica all’interno della loro abitazione di Calentano. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal Pubblico Ministero Ubaldo Leo, rilevando l’assenza di responsabilità penale a carico degli indagati. L’incidente è avvenuto mentre l’operaio, su base volontaria e non retribuita, stava tinteggiando una ringhiera al piano terra, utilizzando una scala di sua proprietà. Fin dalle prime fasi, le indagini avevano evidenziato la natura accidentale della caduta, escludendo l’intervento di terzi o l’esistenza di pericoli strutturali. Il lavoro non rientrava nelle attività in quota previste dal D. Lgs. 81/2008 e non richiedeva misure di sicurezza da cantiere. A sostegno della difesa, l’avvocato coratino Michele Quinto ha depositato una memoria in cui si sottolineava come l’intervento fosse stato deciso in autonomia dalla vittima, senza incarichi formali né vincoli contrattuali. Gli eredi della vittima, inizialmente oppositori all’archiviazione, hanno poi ritirato l’istanza, riconoscendo l’assenza di elementi per proseguire il procedimento. “Una tragedia, ma senza colpe. Non ogni evento doloroso può e deve tradursi in una responsabilità penale”, ha commentato Michele Quinto. Il GIP ha concluso che non sussistono profili di colpa e che l’attività svolta dall’operaio rientra tra i piccoli lavori domestici, escludendo la possibilità di una condanna. La decisione riafferma che la normativa sulla sicurezza non si applica automaticamente a ogni attività privata svolta senza rapporto lavorativo formalizzato.