Cultura

AMELUK CON LE MUSICHE DI LIVIO MINAFRA!

Riceviamo e pubblichiamo una recensione di Alessandra Brucoli del film “Ameluk”, la cui colonna sonora è stata composta da Livio Minafra.
“Ad alimentare la scia dei film ambientati in Puglia è Ameluk, tratto da una storia che potrebbe essere vera, come recita il sottotitolo…
Nelle sale cinematografiche da inizio aprile, è sicuramente un vero e proprio “gioiellino” del “cinema della porta accanto”: esattamente, quel cinema di qualità ma semplice e soprattutto efficacie nella trasmissione di messaggi assolutamente attuali!
Con la regia del bitontino Mimmo Mancini, anche attore, Ameluk è un manifesto nitido della società odierna, non soltanto del mezzogiorno.
Ambientazione principale del film è Mariotto, con scene girate nella zona di Castel del Monte, nella Cattedrale di Bitonto e in quella di Trani, la commedia declina tutte le sfumature della diatriba tra cristiani e non. C’è del dramma ma anche della sana parodia, ed è proprio quest’ultima a fare in modo che il soggetto non risulti ‘fuori luogo’ o molto simile agli altri film che trattano gli stessi temi.
Ad hoc anche il momento dell’uscita nel film nelle sale: subito dopo Pasqua. Infatti…
“Sta per svolgersi la tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo, quando l’interprete di Gesù, il parrucchiere Michele (Paolo Sassanelli), si siede sulla corona di spine e si ferisce. Jusuf (Mehdi Mahdloo), per eccesso di disponibilità con tutto il paese, collabora anche con l’amico parroco (Roberto nobile), prestandosi come tecnico delle luci, audio e altro ancora.
Involontariamente è mandato allo sbaraglio dallo stesso parroco Don Nicola e sostituisce Michele: si tratta, però, di un musulmano che porterà sulle sue spalle la croce del Cristo. È l’inizio del Calvario: la storia fa il giro del mondo e Mariotto si spacca in due, tra sostenitori e calunniatori. Parallelamente, si svolge la campagna elettorale per scegliere il nuovo sindaco. La battaglia si fa sempre più accesa e ingarbugliata.
Anche Jusuf, ormai soprannominato da tutti “Ameluk”, entra, anche in questa occasione involontariamente, nei giochi politici locali e diviene, suo malgrado, il candidato “messia” di una colorita e non ben identificata lista cittadina. Per di più, a complicare la sua vita ci pensa anche l’amore e la difficile scelta tra: una moglie (Claudia Lerro) opportunista e fragile, manipolata da una madre (Rosanna Banfi) arcigna e spietata, e un’amica (Francesca Giaccari) amore ole e da un carattere deciso. Alla fine, in quest’atmosfera colorata, ricca di personaggi, toccherà proprio al povero Cristo musulmano riportare la pace nel paese.”
L’idea del soggetto balza subito in mente se si diventa dei buoni osservatori: “Nell’estate 2005 , -racconta Mimmo- ero a Bitonto, il mio paese d’origine a pochi chilometri da Bari, a bere con alcuni amici dell’ottimo Primitivo nella città vecchia. Con noi, c’erano due marocchini perfettamente integrati – tanto che parlavano con una perfetta cadenza dialettale. Mi colpì la loro voglia di far parte del gruppo e la naturale capacità dei miei amici di farli sentire italiani. A nessuno di noi sarebbe venuto in mente di dire : “Ah, ma sono musulmani!”
Il giorno successivo, assistei a una processione sacra. Due degli amici incontrati la sera precedente portavano in spalla la statua di un santo. Una strana idea mi fece sorridere: “E se accanto a uno dei due italiani, chiari e cattolici, ci fosse uno dei due marocchini, scuro e musulmano?” Magari per un’emergenza, per sostituire un amico. Sarebbe mai venuto in mente a qualcuno di dire: “Sacrilegio! Quello è un musulmano!” ”
Tanti sono i temi per cui Ameluk è sicuramente un film da vedere:

  • Parla di integrazione, che è ciò che di più importante ci sia per chi arriva ma anche per chi accoglie.
  • Parla di immigrazione perché è un fenomeno che c’è da sempre e ci sarà in futuro. Parlarne aiuta a gestire meglio il fenomeno e soprattutto non dobbiamo dimenticare che anche noi italiani siamo stati immigrati!
  • Parla della volontà di abbattere il muro dei pregiudizi e dei razzismi religiosi, perché sono queste le cause di molte difficoltà tra le varie etnie nelle nostre città.
  • “Per dare voce e per rassicurare chi teme la perdita dei propri valori mostrando che la venuta del nuovo è spesso lo stimolo per una migliore presa di coscienza di ciò che ci appartiene e di ciò che ci deve appartenere.”
  • “Per dare al cinema indipendente, un’opportunità per contribuire alla creazione di una società consapevole dei problemi che vive ogni giorno, perché il cinema ha la grande potenzialità di trasmettere temi scottanti anche attraverso storie divertenti come quella di “Ameluk”.”

Ma si sa che di un film sono importantissime le colonne sonore, e per Ameluk sono state composte dal ruvese Livio Minafra…Ora, spiegare a voce o per iscritto quanto ogni singola nota si sposi perfettamente con ciascun fotogramma, è complicato…perciò l’unica soluzione è recarsi in un cinema e cercare di assistere ad una proiezione!
La pellicola – prodotta dalla Flavia Entertainment, in collaborazione con Draka distribution“ – sta giungendo pian piano in tutti i cinema della regione…per trovare quello più vicino visitare il sito www.ameluk.it .
Non mi resta che augurarvi una buona visione con Ameluk!”.
 

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