ALLE 5.30 DEL PRIMO MAGGIO L’ATTESA DEL SORGERE DEL “SOL DELL’AVVENIRE”
All’alba, quando il sole si affaccia timido tra le pietre antiche di Ruvo di Puglia, si rinnova un rito antico, carico di dignità, fatica e speranza. È il Primo Maggio, e oggi più che mai sentiamo il dovere morale di riportare al centro il tema della sicurezza sul lavoro e della giustizia sociale, in Italia e nel mondo. Nei primi due mesi di quest’anno, 138 vite sono state spezzate sul lavoro. Un numero che grida, che fa male, che non può diventare una fredda statistica. Sono madri, padri, figli, lavoratrici e lavoratori che non torneranno più a casa. È un aumento del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È un fallimento collettivo che ci chiama tutti in causa. Il lavoro non può essere sinonimo di rischio. Il lavoro deve essere libertà, dignità, crescita. La vera forza di un Paese non si misura solo con il PIL, ma con la sua capacità di proteggere chi ogni giorno costruisce il futuro con le proprie mani e il proprio cuore. Investire in sicurezza, formazione e innovazione significa costruire un’economia sana, ma soprattutto una società più giusta. Oggi, in un mondo ferito da guerre, disuguaglianze e sfruttamento, abbiamo bisogno di più lavoro e più pace. Più solidarietà, più comunità. Dobbiamo restituire senso alla parola “lavoro”, renderla promessa di futuro, non minaccia. Solo così potremo lasciare alle nuove generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Celebriamo oggi non solo i diritti conquistati, ma quelli ancora da difendere. E lo facciamo con un pensiero rivolto a chi non c’è più, e uno sguardo pieno di speranza verso ciò che possiamo costruire insieme. Perché ogni Primo Maggio è una nuova alba. Vi aspetto presso la pineta comunale alle ore 5:30, per attendere insieme il sorgere del sole.
Alessandro Pellegrini coordinatore CGIL Ruvo di Puglia