103 ANNI FA LA NASCITA DEL PITTORE MICHELE CHIECO, IL RITRATTO DELL’ARCH. MARIO DI PUPPO
Il ritratto del pittore Michele Chieco a cura dell’architetto Mario Di Puppo.
Nato il 19 maggio 1922 a Santo Spirito, trascorre la sua infanzia a Ruvo di Puglia, luogo natale di entrambi i genitori. All’età di 17 anni lavora come contadino nella residenza rurale della nobildonna Caputi Iambrenghi. In tale occasione si distingue agli occhi della committente per le sue abilità artistiche da autodidatta; la gentildonna decide così di indirizzarlo presso lo studio barese del famoso pittore Guido Prayer.
Nel 1941 tiene la prima personale presso la Pro Cultura di Ruvo di Puglia, all’epoca ospitata nell’ex convento delle monache benedettine cassinesi abbattuto nel 1962.
Nel 1942 presta il servizio militare a Roma. I tedeschi lo catturano e tentano di condurlo in Germania per sfruttarne le capacità di disegnatore di carte topografiche; Chieco riesce a fuggire e tornare in Puglia.
Nel 1947 inizia il lavoro presso le ferrovie dello Stato e si trasferisce a Barletta.
Ormai pittore affermato, riceve tanti premi e riconoscimenti, fra cui spicca il Premio Nobel per la Pittura a San Marino conseguito nel 1983.
Nel 1996 – anno della scomparsa – dona 45 opere al comune di Ruvo di Puglia affinché siano esposte; il primo luogo scelto fu Palazzo Caputi, molto apprezzato dal pittore stesso che avvertì il chiudersi del cerchio della vita artistica, iniziata proprio grazie alla nobildonna Caputi Jambrenghi, prima persona che aveva creduto nella sua pittura.
Il 28 febbraio 2015 fu inaugurata la Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea di Ruvo di Puglia presso l’ex convento di San Domenico; prima della chiusura temporanea della sede, una sala ospitava la selezione delle opere di Chieco dedicate alla famiglia e agli scorci urbani ruvesi.
Le restanti opere – conservate nei depositi – sono state esposte nella mostra “Paesaggi Urbani”, dal 18 al 30 settembre 2018 presso la Pinacoteca, grazie all’interessamento della Pro Loco UNPLI Ruvo di Puglia APS, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e il liceo Orazio Tedone.
La cifra stilistica e distintiva del pittore è data dal felice connubio tra realtà e astrazione, nella creazione di ambientazioni metafisiche seppure ancorate a chiari riferimenti visivi. La tavolozza è permeata da toni limpidi e madreperlacei che ricordano la materia impalpabile dei sogni. Osservare le tele di Chieco significa congiungersi con l’io interiore del pittore, con il suo sguardo sul mondo, nella continua di ricerca di significato nell’eterno presente dell’esistenza umano sublimata nei suoi dipinti.



